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Le 'schiume marine' Gli esperti: processo naturale ed innocuo

Autore: Laura Cuomo | Pubblicato Luglio 2017 in Attualità

Già da qualche anno, con l’approssimarsi della stagione estiva, ci siamo abituati a veder com­parire sul mare vistose masse schiumose: il fe­nomeno che da anni interessa estesi tratti di litorali italiani - non risparmiando nemmeno la Penisola sor­rentina e tutto il golfo di Napoli - crea allarmismi e disagi tra turisti e bagnanti che, interrogandosi sulla natura delle vistose chiazze bianche, spesso attribu­iscono il fenomeno a sversamenti illeciti di ingenti quantità di detersivi.

La scie schiumose che all’inizio della stagione estiva puntualmente compaiono a mare, per poi spa­rire del tutto in inverno, solitamente inodori e dall’a­spetto inizialmente biancastro, poi viranti al giallo e al marrone - spiega Giandomenico Ardizzone, biolo­go marino e professore di Ecologia all’Università La Sapienza, sono il risultato di un processo di origine naturale da addebitarsi alla decomposizione di mi­cro-alghe che abbondano in mare ad inizio estate, ovvero quando le acque raggiungono la temperatu­ra ideale al loro prolificare e risultano molto ricche di nutrienti. Anche le analisi finora effettuate su nume­rosi campioni di schiuma, di fiocchi e filamenti gela­tinosi avvallano quanto affermato dagli esperti: non è stata riscontrata la presenza di idrocarburi o tensio­attivi che si accompagnano a scarichi urbani sospetti o illeciti, mentre è stata confermata l’origine legata a processi naturali e fisiologici degli organismi marini.

Le piccole alghe unicellulari in decomposizione - addizionate all’ effetto del grande “frullatore mari­no” - ovvero alle correnti, al moto ondoso e anche al gran numero di natanti a motore, le cui eliche con­tribuiscono a “montare le acque” (non a caso la pre­senza delle persistenti scie schiumose è visibilissima al transito degli aliscafi), sarebbero le cause ricondu­cibili alla formazione delle schiume mucillaginose, che tanto turbano i bagnanti desiderosi di immerger­si in acque limpide e cristalline.

Nessun allarmismo, dunque ma solo un processo naturale, certamente accelerato se non peggiorato dal fattore antropico, ovvero dalle elevate concentra­zioni di quelle sostanze (fosforo, azoto) che immesse in mare contribuiscono a nutrire e a far prolificare le micro alghe (ciò avviene in assenza di sistemi di de­purazione – ovvero quando i liquami fognari ricchi di tali sostanze, si riversano “tali” in mare).

Anche secondo i pareri della Guardia Costiera e delle Agenzie Regionali Protezione Ambiente, il fe­nomeno - pur se brutto da vedere - sarebbe innocuo: l’ARPAC precauzionalmente sconsiglia la balneazio­ne tra le schiume, anche a causa della potenziale ca­pacità delle stesse di aggregare e concentrare mate­riale o sostanze indesiderate, precisando comunque che non ci sono pericoli per la salute.

Il fenomeno delle schiume in mare, pur se non nocivo, non deve comunque far abbassare il livello di attenzione sulla qualità del mare.