Pane al carbone vegetale. Bontà e salute
Il carbone vegetale si ottiene tramite un processo di combustione termica in un ambiente privo di ossigeno di determinati tipi di legno come betulla, salice, pioppo o tiglio. Il prodotto finale è una polvere finissima ed estremamente porosa, che conferisce al carbone vegetale un’azione antifermentativa.
Scoppiata oltre due anni fa, la domanda di pane al carbone vegetale cresce vertiginosamente. Il suo aspetto suggestivo e il suo sapore gradevole, uniti alle capacità gas-assorbenti, fanno del black-bread una novità assoluta da provare.
I panificatori di oggi sono molto attenti ai desideri dei consumatori che, sottoposti a stressati ritmi di vita, hanno l’esigenza di seguire un’alimentazione più attenta e mirata. Da qui parte l’idea di creare un pane che permettesse di assumere le proprietà benefiche del carbone vegetale direttamente con il consumo di pane. Subito arriva la trovata semplice, ma geniale di mescolare alla farina una piccola quantità di polvere di carbone vegetale: un rimedio naturale ed efficace per alleviare alcuni disturbi tipici della cattiva digestione, come gli stati di gonfiore addominale. I sostenitori di questa innovazione gastronomica promettono una maggiore digeribilità e leggerezza del pane, dovute proprio alle proprietà tipiche del carbone. Ma attenzione il carbone vegetale in polvere deve essere inserito negli impasti solo nelle giuste proporzioni, per essere sicuri di non apportare nessuna variante nel gusto originale del pane e soprattutto perché il carbone vegetale, proprio per le sue proprietà assorbenti, va assunto con moderazione, in quanto la sua azione è in grado di compromettere o inibire l’azione di alcuni farmaci, riducendone l’efficacia.
L’attenzione del consumatore è attirata immediatamente: il colore nero intenso che caratterizza il pane al carbone vegetale è un po’ insolito, ma se abbinato a determinati alimenti dai colori vivaci da luogo a giochi di contrasto molto apprezzabili.
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