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Perché in napoletano la vergogna è chiamata 'scuorno'?

Pubblicato Dicembre 2021 in Sai Perché e Eureka

“Miettete scuorno!”, “Che scuorno!”. In situazioni spiacevoli in cui è stata commessa un’azione imbarazzante i napoletani usano il termine “scuorno” per indicare la “vergogna”. Ma con una differenza sostanziale: la vergogna è un sentimento che l’individuo può vivere senza che i conoscenti ne sappiano nulla, mentre lo “scuorno” è reso noto, cioè la gravità dell’azione è tale che coinvolge più persone e punta il dito sul colpevole. Secondo il linguista Raffaele Bracale “scuorno” deriverebbe dal latino “cornum” a cui sarebbe stata aggiunta la “s” per indicare un valore privativo e conferirle il significato di “senza corno o corna” cioè “scornato”. Per comprendere meglio il legame tra l’avere “scuorno” e l’essere scornati si può far riferimento ai cervi maschi che si scontrano con le corna per accalappiarsi un esemplare femminile. Il cervo che per primo esce sconfitto dallo scontro e si allontana dal territorio viene identificato come il perdente perché ha subito la sconfitta dimostrandosi il più debole. Alla stessa maniera l’uomo che si deve mettere “scuorno” è sottoposto alla gogna pubblica.