A letto con i microbi
Ogni anno una persona produce in media 26 litri di sudore e l’umidità è l'habitat ideale per i funghi. Quale luogo migliore di lenzuola e cuscini per proliferare...
A chi non fa piacere coricarsi in un letto pulito e addormentarsi tra lenzuola profumate, non solo per la piacevolissima sensazione di riposare meglio, ma principalmente per motivi di carattere igienico e salutistico. Tra le loro pieghe di lenzuola e federe si trovano infatti i microbi prodotti principalmente da noi stessi. Il nostro corpo produce funghi che emaniamo tramite il sudore, l’epidermide, l’espettorazione (i colpi di tosse e gli starnuti) o con le secrezioni vaginali e anali.
Così dopo appena una settimana le lenzuola si trasformano in un covo di germi. E la cosa più pericolosa è che i microbi si trovano vicino alla bocca e al naso: impossibile non inalarli. Il risultato è quello di ritrovarsi con sintomi allergici come raffreddore o gola irritata, pur non soffrendo di allergia.
La strategia vincente consiste quindi nel cambiare lenzuola e federe una volta la settimana, almeno due volte in estate quando si usano pigiami leggeri e la pelle resta a diretto contatto con il tessuto. Un buon accorgimento per limitare la presenza di microorganismi è quello di scegliere lenzuola in tessuti naturali come cotone e/o lino, perché si tratta di fibre traspiranti che possono essere lavate a temperature più alte (anche se l’acqua troppo calda in poco tempo comunque rovina i tessuti e scolorisce i colori). Risulta infatti che la biancheria lavata a 40° presenta un numero di batteri 500 volte inferiore dopo il lavaggio (quelli che sopravvivono sono comunque sono 100 milioni). La stessa biancheria lavata a 30° contiene invece un numero solo 10 volte inferiore rispetto a prima del lavaggio. Il fatto che il bucato sia pulito e non ci siamo macchie e di aloni non è necessariamente indice di assenza di batteri e germi. I batteri infatti resistono ai lavaggi del bucato in lavatrice: infatti il loro ambiente preferito sono gli ambienti caldi e umidi come i cestelli delle lavatrici, ideali per crescere e moltiplicarsi.
Chi non ricorda il servizio delle Iene di qualche anno fa??
L’inviato si premunì di una lampada di Wood (comunemente chiamata anche lampada uv), in grado tra l’altro, di individuare macchie da liquidi organici non visibili ad occhio nudo. Mirino dell’analisi furono le lenzuola di diverse attività ricettive, anche stellate, che ne uscirono poco decorosamente, sottolineando la vastità dei germi e dei liquidi organici rimasti intrappolati tra le fibre delle lenzuola…”pulite”!!
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