Venerdì 03 Maggio 2024, 05:30

Gli sposi adolescenti

Autore: dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Aprile 2018 in Cultura

Con la pu­bertà, di pari passo con le mo­dificazioni fisiche e psichiche, insorgono i comporta­menti mirati alla ricerca del par­tner. Gli attuali aspetti dello sviluppo fisico e psicolo­gico degli adolescenti nei Paesi Occidentali, con l’abbassamento dell’età del menarca (la me­dia è scesa negli ul­timi 40 anni dai 15 ai 12,5 anni) e la crescente precocità di libertà ed emancipazione, ha portato un anticipo dell’età dei primi rapporti (in media tra i 15 e i 17 anni). L’inizio precoce dell’impe­gno sentimentale e sessuale può portare alla forma­zione di coppie più o meno stabili già in adolescenza.
Il matrimonio degli adolescenti in Italia è discipli­nato dall’art. 84 del codice civile, che stabilisce che i minori non possono contrarre matrimonio, con la de­roga di autorizzazione, al minore che abbia compiuto i 16 anni, da parte del tribunale per i minorenni, dopo aver accertato la sua maturità psicofisica, la gravità dei motivi e la fondatezza delle ragioni addotte nel ricorso presentato da lui stesso, e aver sentito il pub­blico ministero, i genitori o il tutore.
Il minore ultrasedicenne che, autorizzato, si sposa, diventa “minore emancipato”. In 25 Stati del mondo non sono esplicitati invece limiti di età per le nozze. Tra il 2000 e il 2015 ci sono stati nel mondo circa 250mila casi di matrimoni di minori, secon­do le stime di Unchained at Last, l’orga­ni z zaz ione che si batte perché ven­gano introdotte leggi specifiche. Le spose bambine nel mondo sono un fenomeno colle­gato soprattutto a povertà, ignoranza, sopraffazione, in realtà socialmente a rischio, soprattutto quando il marito non è un minore ma un adul­to.
In Ita­lia, anche se non ci sono dati, il matrimonio tra gli adolescen­ti sembra comunque un evento piuttosto raro, an­che perché nel nostro Paese in assoluto ci si sposa sempre meno, sempre più tardi e sempre più spesso civilmente. I giovani che decidono di vivere insieme scelgono molto più spesso la convivenza: gli ultimi dati Istat disponibili, che fanno riferimento al 2014, riportano che le unioni di fatto sono più che raddop­piate dal 2008, e cresciute quasi 10 volte rispetto al 1993-1994, mentre di pari passo sono calati i matri­moni, meno 57mila dal 2008 al 2014. Inoltre, si arriva al “sì” sempre più maturi: in media 34 anni gli uomini e 31 le donne. Alla precoce formazione di coppia in età adolescenziale è collegata la genitorialità.
Diventare genitori per gli adolescenti può avere un impatto negativo sulla loro vita, per maggior ri­schio di complicazioni della gravidanza data l’imma­turità biologica della ragazza (anemia, preeclampsia, infezioni, parto pretermine, maggiore incidenza di la­cerazioni cervico-vaginali e tagli cesarei, aumentate complicanze nel puerperio), abbandono scolastico, disoccupazione, indigenza, disgregazione familia­re, disturbi psicoaffettivi, e su quella dei nascituri, con maggior probabilità di prematurità, problemi di nutrizione e crescita, ricorso al pronto soccorso e al ricovero. La genitorialità precoce è frutto di una ca­renza di informazione ed educazione alla sessualità responsabile.
Secondo i dati dell’indagine combinata SIMA- La­boratorio Adolescenza 2016, il 58% degli adolescenti ritiene di avere tutte le informazioni che gli sono ne­cessarie a proposito del sesso, ma la fonte principale di informazioni è il gruppo dei pari: meno di un terzo si rivolge alla mamma, meno di un quinto al papà, poco più di un decimo agli insegnanti, il 16% si rivolge al medico e il 18% cerca le informazioni su Internet.
La mancanza di educazione sessuale da parte de­gli adulti è alla base di errori e rischi. Secondo i dati della Società Italiana di Pediatria sugli adolescenti italiani presentati al Congresso di Napoli di maggio scorso, un adolescente su tre (tra coloro che hanno già avuto rapporti) non usa mai contraccettivi. Secon­do altri dati forniti dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), nel presentare la nuova campagna d’informazione sulla contraccezione “Love it! Sesso consapevole” dedicata alle under 25, ancora oggi 6 donne su 10 in età fertile (15-49 anni) non usano alcun metodo contraccettivo, il 15% non ne ha mai fatto uso e il 44% ha smesso di utilizzarlo.
In particolare, il 42% delle under 25 italiane non utilizza alcun metodo contraccettivo alla prima espe­rienza sessuale, l’Italia è ultima nella classifica euro­pea per l’uso di pillola: solo il 16,2% delle donne la usa, contro il 50% delle donne olandesi, il 35% delle britanniche e il 30% delle tedesche. Mentre il Nord si mantiene sopra la media (tra il 23% della Val d’A­osta e il 16,6% del Friuli), scendendo a Sud il tasso diminuisce sensibilmente toccando il minimo del 7,2% in Campania. Poiché sono soprattutto le giovani e giovanissime ad essere restie alla contraccezione, le gravidanze tra le adolescenti sono in preoccupan­te aumento. Sono circa 2000, ogni anno, le minoren­ni italiane che mettono al mondo un figlio. Anche i papà, il più delle volte sono minorenni, anche se, spesso, di qualche anno più grandi.
I principali fattori favorenti la gravidanza nelle teenager sono risultati la bassa condizione socio-e­conomica, l’avere genitori single o a loro volta che le hanno avute da adolescenti, i risultati scolastici scadenti. La situazione è più comune al Sud e tra le giovani extra-comunitarie.
Per sostenere le madri adolescenti, l’associazione umanitaria Save the children propone interventi spe­cifici di sostegno, basati su una rete di supporto da parte dei servizi sociali e sanitari, prevedendo anche una formazione ad hoc per gli operatori per creare una figura professionale di riferimento. Purtroppo, sono ancora molte le adolescenti che si rivolgono al Giudice tutelare per ottenere il via libera all’aborto, ai sensi della legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza, senza aver confidato a nessuno della gravidanza. L’atto di interruzione di una gravidanza è sempre una sconfitta, per i genitori e per la società, che ci richiama al dovere di non la­sciare senza supporto i nostri bambini cresciuti così in fretta.