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Mister John Pearson: cent'anni di storia degli Stati Uniti d'America

Autore: Dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Novembre 2018 in Cultura

Conversare con John Pearson, un delizioso gran signore americano di cent’anni innamorato di Sorrento, che non è mancato di venire a visitare anche questa estate, con la figlia e il genero, come ormai è sua consuetudine da anni, tanto da considerare l’Hotel Minerva la sua “residenza italiana” e la signora Antonietta Acampora e la sua famiglia i suoi “nipoti sorrentini”, è come percorrere un affascinante viaggio nella storia degli Stati Uniti d’America degli ultimi cento anni, attraverso lo sguardo privilegiato di un testimone d’eccezione, attento e sensibile. John nacque il 2 giugno 1918 a Saint Paul, capitale dello Stato americano del Minnesota. In questa meravigliosa e popolosa città, affacciata sul fiume Mississippi nella zona di confluenza con il fiume Minnesota, al confine con Minneapolis con cui la città forma le famose “Twin Cities”, John è cresciuto felice con le due sorelle maggiori, una morta di cancro e un’altra scomparsa a 101 anni, e la minore, mancata a 95 anni. Suo padre, John Alfred, era avvocato, la madre, Evelyn, impiegata di banca. I futuri coniugi Pearson si conobbero in un’America ancora giovane come Stato sovrano, poco più di cent’anni dopo la storica data del 4 luglio 1776, quando fu votato l’atto di nascita degli Stati Uniti d’America, ma già impegnata nella realizzazione del “sogno americano”, con la forte volontà, condivisa da tutto il popolo, di emergere e realizzarsi attraverso il lavoro, l’impegno, il coraggio, la determinazione e l’orgoglio di appartenenza, che l’ha portata a diventare la prima potenza economica e politica mondiale. I genitori di John si conobbero giovanissimi, quando lui, figlio di uno svedese che si era trasferito in USA con la famiglia quando aveva solo sette anni, ancora studente universitario aveva iniziato a lavorare come cassiere nella banca dove già lavorava lei, a sua volta di origine tedesca ma nata negli USA. Si sposarono che avevano poco più di vent’anni e sono rimasti assieme tutta la vita, lei lasciò il lavoro e si dedicò all’amata famiglia. Purtroppo un tumore al cervello portò via il padre di John a soli 58 anni, lasciando la mamma nel suo rimpianto per gli altri 30 che è vissuta, circondata dall’amore di figli e nipoti. Sui primi anni di vita del piccolo John soffiavano venti di guerra, poiché proprio l’anno prima della sua nascita gli Stati Uniti d’America entrarono ufficialmente nella Prima Guerra Mondiale, il 6 aprile 1917. Cosa di cui il bambino, troppo piccolo all’epoca, non risentì, anzi visse il benessere seguito alla vittoria della guerra, che vide gli Stati Uniti d’America crescere notevolmente come potenza economica e militare. Della sua infanzia John ricorda ancora, con gli occhi che s’illuminano, le vacanze in campeggio, le corse sul fiume, i giochi a perdifiato all’aria aperta, il senso di gioia nel sentirsi parte di una natura amica e amena, l’amore sconfinato per l’acqua, il verde, gli animali. I genitori gli ricordavano sempre che a soli due anni, durante una vacanza sulla costa dell’Oceano Pacifico che avevano raggiunto in un fortunoso viaggio in cui i bambini erano stati sistemati tutti e quattro in una grossa cesta nell’auto, aveva camminato indefesso per duemila miglia sulla strada non carreggiabile, pieno di quell’entusiasmo e tenacia che poi è stata una costante della sua lunga esistenza. I suoi genitori amavano molto viaggiare e quando realizzarono il sogno di acquistare una casetta sul lago a 60 miglia da St. Paul, questa divenne la meta imprescindibile di ogni vacanza della famigliola. La madre con i ragazzi si trasferiva sul lago tutta l’estate, mentre il padre che lavorava in città li raggiungeva nei fine settimana. Nei pressi del lago c’era un maneggio dove i proprietari fittavano i cavalli a giornata, e il piccolo John si affezionò talmente ad un cavallo di nome Duke che diventò suo inseparabile compagno di avventure sul lago. Di carattere socievole, bonario e intraprendente, il giovane aveva tanti amici e uno spiccato talento inventivo, voleva sempre costruire, aggiustare, modificare, creare qualcosa. John ricorda divertito che aveva 14 anni quando lui e i suoi amici crearono una tuta per immersione subacquea collegata alla superficie con una pompa ricavata dal tubo per innaffiare le piante, mentre la maschera dello scafandro era stata ottenuta da un grande secchio per la pittura! Con l’aiuto del padre di un suo amichetto che lavorava per la compagnia dei telefoni riuscirono a collegare la pompa al telefono, così potevano parlare stando sott’acqua! E il suo viso si riempie d’orgoglio quando rammenta che a soli 16 anni costruì una barca, tutto la solo: lunga 16 piedi, con un motore potente che schizzava sul lago a 35 km all’ora! Il tempo passò in fretta, e anche il periodo incantato dell’infanzia e adolescenza, John passò le scuole medie, superiori, il college e conseguì la laurea in Ingegneria Chimica. Il giovane ingegnere si impiegò nella ditta di prodotti medicali con la quale ha poi continuato a lavorare per ben 43 anni, cominciando prima come laboratorista e poi via via salendo tutti i gradini della carriera fino a diventare vice-presidente mondiale. Parallelamente, arrivò anche l’amore. La donna della sua vita è stata solo una, conosciuta da ragazzino, nelle estati al lago, quando durante gli anni delle medie e superiori lavorava per rendersi indipendente, come usavano fare tutti i giovani americani: lui faceva il lavoretto di consegnare lastre di ghiaccio ai proprietari delle ville lungo il lago. In una di queste ville abitava Elisabeth Anne Fith, “la ragazza con gli occhi più belli che avesse mai visto”, e fu amore. Si sposarono nel 1940, lei 24 anni, lui 21, e intrapresero insieme il percorso universitario. Da questo matrimonio così felice, senza ombre, sono nati i loro carissimi figli, il maschio Oakley, nel 1944, e la ragazza Anne, nel 1946. Intanto, scoppiò la Seconda guerra mondiale (1940-1945). Gli Stati Uniti furono l’ultimo dei 17 Paesi alleati a dichiarare guerra, dopo aver subito l’attacco alla base di Pearl Harbor da parte del Giappone. John nel 1941 salutò la moglie e partì militare, ma per sua fortuna non sul fronte: era stato reclutato per la guerra navale del Pacifico ma il giorno prima della partenza fu cooptato come scienziato nel laboratorio nazionale di Los Alamos dove si costruivano le bombe atomiche. Di quel periodo ricorda il dibattito di coscienza sull’uso delle armi nucleari per porre fine al conflitto, e le drammatiche immagini del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, rispettivamente il 6 agosto 1945 e il 9 agosto 1945, che hanno segnato per sempre il mondo. Dopo la conclusione della seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti d’America emersero come una delle due superpotenze mondiali assieme all’Unione Sovietica. I ragazzi di John ed Elisabeth crebbero in un’America lanciata come Paese egemone del mondo in campo economico, politico, tecnologico, militare e culturale. Oakley ha ereditato l’ingegno creativo del padre e lo spirito umanitario di entrambi i genitori. E’ stato in missione nel corpo di pace in Colombia, ha fondato un centro per bambini con disabilità visive e uditive, “Il libro parlante”, all’interno della biblioteca comunale di Staunton, in Virginia, ha fabbricato libri tattili per non vedenti distribuiti in tutte le contee della Virginia, ha creato il primo giardino tattile e odoroso dello Stato della Virginia studiato appositamente per attività didattiche a favore dei bambini non vedenti. Attualmente lui e la moglie, che hanno avuto due figli, un maschio e una femmina ormai adulti e sono pure nonni di due nipotini, vivono nello Stato dell’Honduras e continuano ad essere impegnati in attività di solidarietà. La figlia Anne è una deliziosa signora di grande classe e cultura che vive col padre assieme al secondo marito e si occupa assiduamente del suo benessere. E’ stata insegnante alle scuole medie e per oltre 30 anni si è occupata, ingegnosa come il padre, di design in un’importante ditta americana. Dalla madre ha ereditato la passione per il giardinaggio, l’amore per i fiori e il bello, la cura della casa e della famiglia, la bravura in cucina. Da quando la madre è scomparsa a 81 anni nel 1997, Anne si occupa di mantenere vive tutte queste belle consuetudini anche per amore del padre. La giornata tipo del padre è molto semplice: sveglia presto, alle 6-6,30, con una buona prima colazione (succo d’arancia, cereali, latte scremato), lettura del giornale, nell’aria profumata del loro giardino, alle 10,00 un caffè espresso, poi in giro col genero per la città per commissioni e servizi, a pranzo con figlia e genero o talvolta al ristorante con amici, siesta dopo pranzo fino alle 18, poi spazio ai suoi hobbies creativi fino all’ora di cena e a nanna alle 21,30-22. Nell’America di oggi, unica potenza egemone mondiale e leader dello sviluppo tecnologico nel mondo, il centenario John continua infatti a coltivare i suoi spiccati talenti. In casa ha un laboratorio dove continua a recarsi ogni giorno per i suoi esperimenti e per realizzare le sue costruzioni in ferro e legno, tiene mostre dei suoi lavori, accoglie bambini e ragazzi del vicinato per impagabili lezioni di scienza, tecnica e vita. Nella sua lunga vita ha visto cambiamenti epocali nel progresso tecnologico, che ha potuto apprezzare ancora di più dal suo osservatorio di scienziato, ha visto sostituire i lampioni a olio della sua infanzia con gli impianti di illuminazione elettrica, costruire palazzi, grattacieli, automobili, aerei, sviluppare elettrodomestici, radio, televisione, telefono portatile, computer, decollare l’universo di Internet, farsi strada le energie rinnovabili, e sente sua missione trasmettere quello che sa alle nuove generazioni. Oggi la sua più grande passione sono i viaggi, come quando era bambino, con la figlia Anne e il genero che lo coccolano e lo custodiscono. E per loro viaggiare significa necessariamente anche venire a Sorrento. Ormai da molti anni. Scoprirono Sorrento e l’Hotel Minerva tramite un libro del famoso Rick Steves, il guru delle guide per turisti Usa, fondatore e autore delle celebri guide di viaggio, forte di programmi televisivi di successo, migliaia di like sulle sue pagine facebook, centinaia di condivisioni dei suoi video. Rick è un autentico sponsor dell’Italia, di cui ha una reale e profonda conoscenza in lungo e largo. Innamorato dell’Italia a 360 gradi, per la gente, il cibo, i paesaggi, John la conobbe quando, giovane ingegnere, veniva inviato per lavoro dalla ditta in Liguria, o a Ferrara. Per concludere questa bella chiacchierata, chiedo a John a chi o a cosa sente di dover dire grazie per la sua lunga e intensa vita. L’arzillo vecchietto mi guarda con i suoi occhi limpidi e luminosi, poi pensandoci un attimo: “Non sono religioso praticante ma credo profondamente in un Essere Superiore, quindi devo dire grazie a Lui…e poi sono convinto che il mio segreto stia nel carattere: essere sempre stato un tipo curioso e attivo”. E noi gli auguriamo che continui ad esserlo ancora a lungo, mentre lo aspettiamo, come ogni anno, a Sorrento.