Viaggiare alla velocità dei piedi
Uscito da solo un mese nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, Wild, il film che vede come protagonista Reese Witherspoon, conquista i cuori e allarga il concetto di viaggio, presentandolo in una veste di rinascita interiore capace di trasformare lentamente la personalità del viaggiatore.
Ma non bisogna essere pressati. Bisogna viaggiare alla velocità dei piedi.
• L’importante non è arrivare al traguardo: l’unica cosa che conta veramente è assaporare il percorso. Il viaggio non è percepito come un tramite per spostarsi da una località all’altra, ma bensì una lenta camminata che offre il tempo e la voglia di stupirsi davanti un tramonto, osservare un fiore, sedersi al fresco per riposarsi e ammirare un paesaggio nuovo.
• Bagaglio consentito: uno zaino in spalla dove c’è solo il necessario. I viaggi a piedi sono utili per distinguere tra necessario e superfluo, utile ed inutile. Forse lo zaino del primo viaggio sarà pesante e pieno oltremodo. Ma bastano pochi chilometri di cammino per capire che ci serve veramente poco per vivere e soprattutto per alleggerirsi la mente. Lungo la strada si impara a viaggiare leggeri e allora ci si disfa di tutto ciò che non è servito, non serve e non servirà.
• Riappropriarsi del proprio tempo. Finalmente si mette di correre inutilmente dietro all’orologio e si impara a misurare le giornate in maniera naturale osservando il movimento del sole, ascoltando il senso di fame o il bisogno di dormire.
• Imparare ad accarezzare la terra e ad avere rispetto per ogni cosa, dal fiore al formicaio, degli usi di un altro popolo e della dignità delle persone che s’incontrano.
• Non si lasciano tracce superflue se non quelle di lasciare un posto più pulito di quando si è arrivati.
• Affrontare gli ostacoli e continuare dopo le prime difficoltà. Per una buona parte iniziale del film viene spesso ripetuto il verbo “to quit”: mollare, uscire dal gioco, rinunciare.
La protagonista lo ripete a tutti quelli che incontra durante il suo viaggio. In fondo non si è obbligati a portare a termine il viaggio, tutta quella fatica, tutto quella polvere, quella stanchezza. Perché andare avanti? La resistenza permette di vincere l’inadeguatezza, il senso di essere al posto sbagliato, il non riuscire in un impresa, eccetera. Una bellissima lezione.
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