Patologie respiratorie e attivita’ motorie
E’ chiaro ormai che l’attività motoria è indispensabile per mantenere in salute e funzione l’uomo. Essa svolge un ruolo di potenziamento dei muscoli respiratori e ottimizza il rapporto perfusione/ventilazione negli alveoli, riduce lo spazio morto fisiologico e della resistenza lungo l’albero circolatorio.
Le difficoltà di inspirazione ed espirazione, la tosse, spesso persistente e la sensazione di affanno che aumenta sotto sforzo, possono scoraggiare il paziente. Le patologie dell’apparato respiratorio determinano dei limiti funzionali nella respirazione, come deficit di ventilazione in entrate ed uscita per insufficienza dei muscoli respiratori o per ostruzione bronchiali, in particolare l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), in cui il flusso d’aria inspirata è ostacolato o da un ispessimento bronchiale o da broncocostrizione.
Il paziente è sempre in condizione di inspirazione forzata, la giusta attività motoria irrobustendo i muscoli respiratori ne conseguirà una migliore capacità di ventilazione.
E’ sempre utile ripetere che queste attività motorie vanno programmate, vagliate e controllate, sempre con il medico referente e il chinesiologo, interrompere immediatamente l’attività motoria ai primi sintomi di fastidio al torace, vertigini, nausea, affaticamento precoce.
La patologia asmatica, nella maggior parte dei casi, non è una controindicazione alla pratica motoria, al contrario, l’allenamento allo sforzo è molto utile per l’asmatico. Pertanto la pratica motoria, soprattutto nei giovani con patologia asmatica, deve essere incoraggiata e, se il trattamento farmacologico è in grado di controllare la sintomatologia respiratoria, l’attività motoria contribuirà al miglioramento della funzionalità respiratoria.
In questo caso, un possibile protocollo di attività motoria, potrebbe essere il seguente: iniziare con un riscaldamento lieve, di circa dieci minuti, con esercizi aerobici/anaerobici alternati, con frequenti periodi recupero, poi esercizi più intensi, submassimali della durata massima di due minuti, alternati con esercizi più leggeri, anch’essi dalla durata di due minuti per un totale di venti minuti. Fondamentale è respirare selettivamente con il naso, per umidificare e riscaldare l’aria inspirata, attenuando in tal modo gli effetti dell’aria fredda e secca.
La broncopneumopatia cronica (BPCO) è DEFINITA da una riduzione del flusso aereo non completamente reversibile, di solito è progressiva e associata a una risposta infiammatoria polmonare, in seguito all’inalazione di particelle o gas nocivi. In questo caso l’esercizio fisico aerobico è sicuramente l’attività motoria più efficace e deve essere praticata ad intensità lieve / moderata, secondo la tolleranza del paziente.
Concludendo, attività motoria sì, ma con giudizio e controllo del medico e l’occhio vigile del dottore in scienze motorie.
Domenico Aliperta
Dott. In Scienze delle Attività Motorie Preventive - Adattative - Riabilitative
Cell. 33343064530
emai. domenico.aliperta@gmail.com
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