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Rosalba e Francesco, coppia d’amore e di musica

Autore: a cura del dott. Carlo Alfaro | Pubblicato Luglio 2020 in Attualità

Rosalba Spagnuolo e Franco Cesarano, coppia inossidabile nella vita e nell’arte da quasi sessant’anni, sono un marchio garantito di cultura musicale, talento naturale, gentilezza e passione per l’arte. Cultori e interpreti della canzone classica napoletana, apprezzati in tutta Italia, lei cantante dalla voce potente e generosa, che tocca tutte le corde e ha la capacità di spaziare in un repertorio vastissimo, lui chitarrista e compositore che ha scritto una quindicina di brani propri di rara armonia, ad ogni concerto coinvolgono il pubblico in un entusiasmo e una gioia che sono per prima cosa le loro autentiche emozioni.
Rosalba iniziò a cantare e danzare bambina, forte di una predisposizione prepotente e vivace: nata a Castellammare di Stabia in una famiglia numerosa, quarta di cinque figli, viveva di musica in simbiosi con la nonna Clelia che suonava il pianoforte e cantava le romanze e le arie delle opere classiche. L’incontro, giovanissima, con Ciro Madonna, appassionato di teatro e musica, fu determinante per far emergere le sue passioni e il suo talento: da allora ha fatto del canto una ragione di vita.
Sotto la guida del dottor Madonna, assieme a Lucio Pecoraro, Italo Celoro, Peppone De Rosa, Piero Pepe e altri amici fondarono lo storico C.A.T. che ancora oggi è fucina di nuovi talenti a Castellammare di Stabia. Al centro C.A.T. dopo Luisella Viviani è stata la prima a interpretare “Bambenella”, canzone simbolo di Raffaele Viviani, sommo drammaturgo e poeta stabiese: Vittorio Viviani le insegnò anche un’altra versione della canzone e Peppe Barra la voleva in compagnia ma lei rifiutò. Si diplomò successivamente all’Istituto d’Arte e ha insegnato una vita intera impegnandosi a trasmettere cultura e rispetto per l’arte a generazioni di studenti, molti dei quali oggi loro stessi artisti.
L’incontro con Francesco, musicista esuberante e geniale, che si esibiva già a 15 anni con il gruppo “I melodici” e poi con i “Lord Robins”, e ha persino scritto un brano per Gianni Morandi, “Ehi”, ha dato una svolta alla sua vita, amore e arte sono diventati per loro un binomio inscindibile.
Francesco è nato a Gragnano, quarto di sette figli, ha un passato di calciatore e poi allenatore di calcio, è diventato un apprezzato ingegnere ma la chitarra, iniziata a studiare da bambino, è rimasta sua immancabile compagna di vita. Assieme hanno formato una meravigliosa famiglia con tre figlie amatissime di cui la primogenita, sventuratamente, si è ammalata e non c’è più. Un dolore incommensurabile e ingiusto che ha ancor di più cementato la loro unione e segnato la loro ispirazione.
La loro sete di cultura, la profonda curiosità e l’inesauribile passione per il repertorio classico partenopeo e campano li ha spinti nel tempo a ricercare, recuperare, sperimentare percorsi musicali e soluzioni interpretative, ottenendo consensi e riconoscimenti unanimi per il loro lavoro. La coppia ha condotto una ricerca importante sul compositore stabiese Luigi Denza, autore di “Funiculì funiculà”, da cui è venuto fuori un prezioso cd, “Dal golfo di Napoli”, con dodici inedite del maestro, realizzato con la sola chitarra di Francesco e le voci sua e di Rosalba, che ha venduto circa 10mila copie e che hanno presentato anche a Raiuno a Saxa Rubra per “La notte dei misteri”.
Un’altra importante operazione del duo è stato aver riportato in luce Luisella Viviani, sorella di Viviani, dedicandole il libro “Un vicolo per Luisella”. La creatività di Rosalba non si esaurisce nella musica, lei è anche raffinata pittrice e delicata poetessa. In un’età oggi matura, i coniugi Cesarano non ci pensano proprio a fare i nonni a tempo pieno, e continuano a predisporre progetti artistici, preparare spettacoli basati su sequenze di canzoni intervallati con aneddoti e poesie, andare alla ricerca di canzoni classiche napoletane dimenticate o poco eseguite perché difficoltose, da aggiungere al repertorio, scrivere e provare nuove canzoni. Tra queste, una delicatissima ballata dedicata ai bambini migranti dal nome “Salvagente”, e in senegalese “Baresaque”, accompagnata da un video toccante, che sognano di vedere suonata sul palcoscenico dell’Ariston.