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La prima visita dall'Osteopata

Autore: dott. Silvio Giglio | Pubblicato Ottobre 2018 in Salute

La prima visita osteopatica dura all’incirca un’ora e prevede che il paziente sia scoperto nelle zone da trattare. Si compone di alcune fasi: anamnesi, test ed esami, diagnosi osteopatica e trattamento.
Anamnesi: questa fase preliminare indaga sul do­lore riferito e sulla sua origine, nonché sulla progres­sione e sulla natura dei sintomi avvertiti. Queste infor­mazioni sono riportate in una scheda-paziente in cui si annotano tra gli altri anche i dati sulla storia medica, sulla professione e sulle abitudini di vita ed alimentari del paziente.
Test ed esami: in questa fase l’osteopata effettua test sulle articolazioni e sui tessuti, al fine di arrivare ad una corretta valutazione. Si valuta, nello specifi­co, la mobilità articolare e muscolare con test attivi e passivi nonché viscerali attraverso movimenti delica­ti. Potrebbe essere necessario togliere i propri capi di abbigliamento per l’esame ed il trattamento, quindi si consiglia di indossare biancheria intima con la quale ci si sente a proprio agio.
Diagnosi osteopatica: sulla base dell’anamnesi iniziale e dei risultati dei test effettuati, viene formu­lata una diagnosi osteopatica e sviluppato un piano di trattamento. Tali risultati verranno esposti al paziente e si procederà al primo trattamento. Se per qualsiasi motivo il trattamento osteopatico risulti inopportuno, si farà riferimento al medico curante o ad altri speciali­sti per ulteriori consultazioni.
Trattamento: lo scopo del trattamento osteo­patico è quello di alleviare il dolore e gli altri sintomi. Questo consiste in terapie manuali e manipolazioni che utilizzano varie tecniche mirate ad allentare e, se possibile, annullare le rigidità presenti nei vari distretti corporei.
Gli appuntamenti successivi avranno una durata di circa 45 minuti.
Sono vari i fattori che entrano in gioco in un trat­tamento, inclusa la presenza di traumi precedenti, altre malattie in atto, costumi alimentari, costituzione genetica e soprattutto stress emozionali. Pertanto per un successo terapeutico è spesso necessario un ciclo di trattamenti che verrà concordato col paziente, il quale sarà tenuto, pertanto, a seguire le indicazioni date dall’osteopata durante le sue attività quotidiane al di fuori dello studio. Tali indicazioni constano, di so­lito, in esercizi di attività motoria come allungamento, potenziamento o di respirazione.
È importante che il paziente diventi autosufficien­te e responsabile del suo benessere già dopo il primo trattamento.
Lo scopo è quello di favorire le reazioni normali dell’organismo, favorire cioè le nostre possibilità di “autoguarigione” e di autoriparazione.
La natura dell’essere umano è nello stesso tempo “medico” e “farmacista” di se stesso. Fino a quando è possibile ripristinare lo stato di salute originario, le pa­tologie di qualunque natura esse siano, sono di com­petenza dell’osteopata.